Il ruolo della chiesa ortodossa serba nelle dinamiche di transizione e negli scenari riformisti dei Balcani Occidentali

In che modo si pone, all’indomani della scomposizione geografica della ex-Jugoslavia, lo sforzo riorganizzativo e il ruolo della Chiesa ortodossa serba nella nuova compagine dei Balcani occidentali? Quali modelli di dialogo interreligioso si vanno prefigurando? Di fronte al popolo serbo smembrato ne...

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Main Author: Vecci, Fabio (Author)
Format: Print Article
Language:Italian
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Published: Valencia Universidad Católica de Valencia "San Vicente Mártir" April
In: Anuario de derecho canónico
Year: 2015, Volume: 4, Pages: 331-350
Standardized Subjects / Keyword chains:B Serbisch-orthodoxe Gemeinde / Serbisch-orthodoxe Kirche / Westbalkan / Autocephaly / Ecclesia sui juris
IxTheo Classification:SA Church law; state-church law
SB Catholic Church law
Description
Summary:In che modo si pone, all’indomani della scomposizione geografica della ex-Jugoslavia, lo sforzo riorganizzativo e il ruolo della Chiesa ortodossa serba nella nuova compagine dei Balcani occidentali? Quali modelli di dialogo interreligioso si vanno prefigurando? Di fronte al popolo serbo smembrato nella diaspora e diffuso in una geografia disgregata di nuovi Stati nazionali indipendenti, il Patriarcato ortodosso insiste nel ritenersi interprete autentico del sentimento etnico e confessionale. Alla tendenza storica di questa Chiesa ad elevarsi a geloso “plenus custos” del suo popolo, ribatte il modello della Chiesa cattolica sui-iuris (can. 28 §1 CEEO). Viene così in essere il confronto tra due concezioni della Chiesa visibile: l’ecumene cattolica e il centralismo ortodosso, l’inclusione partecipativa e l’esclusione protettiva, l’universalismo e il particolarismo, la flessibilità e la rigidità. L’ortodossia è sollecitata ad una rilettura del rigoroso schema sinfonico Stato-Chiesa e ad un aggiornamento del modello organizzativo autocefalo ma anche ad una rivalutazione del populus fidelium nel legame con il proprio vescovo-prótos. La corrente epoca di transizione mette in luce le molte inevitabili contraddizioni della Chiesa ortodossa serba. La riluttanza all’ipotesi di rinunciare all’antica aspirazione di guida politica e spirituale, nel quadro di una incorrotta potestas in temporalibus, riemerge nella c.d. “Teologia di San Sava”.
In that way there is, in the aftermath of the geographical breakdown of the former Yugoslavia, the effort of reorganization and the role of the Serbian Orthodox Church in the new team in the Western Balkans? Which models of interreligious dialogue are emerging? In front of the Serbian people in the diaspora dismembered and spread across a geography disintegrated new independent national States, the Orthodox Patriarchate insists regarded as authentic interpreter of feeling ethnic and confessional. The historical trend of this Church to rise to jealous “plenus custos” of his people, replies the model of the Catholic Church sui-juris (can. CEEO 28 § 1). Will be so in the confrontation between two conceptions of the visible Church: Catholic ecumenism and Orthodox centralism, the participatory inclusion and the exclusion protective, universalism and particularism, flexibility and rigidity. Orthodoxy is urged to a reinterpretation of strict Church-State symphonic scheme and an updating of the organizational model autocephalous but also to a revaluation of the populus fidelium in connection with their Bishop-prótos. The current period of transition highlights the many inevitable contradictions of the Serbian Orthodox Church. The hypothesis reluctance to give up the old aspiration of political and spiritual leader, as part of an uncorrupted potestas in temporalibus, re-emerges in the c.d. “Theology of Saint Sava.”
ISSN:2254-5093
Contains:Enthalten in: Anuario de derecho canónico