La santità "negata": Critiche al tradizionale culto dei santi nell’umanesimo erasmiano e nella Riforma del XVI secolo

L’abolizione dell’«abominio dell’Anticristo» non significa per l’Europa protestante né la scomparsa della «quaestio de sanctis», né il radicale rigetto della letteratura agiografica e tanto meno un disprezzo dei santi e della loro testimonianza. Piuttosto mette in moto un processo di trasformazione...

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Main Author: Cavallotto, Stefano (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
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Published: Brepols 2022
In: Annali di scienze religiose
Year: 2022, Volume: 15, Pages: 145-181
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
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Description
Summary:L’abolizione dell’«abominio dell’Anticristo» non significa per l’Europa protestante né la scomparsa della «quaestio de sanctis», né il radicale rigetto della letteratura agiografica e tanto meno un disprezzo dei santi e della loro testimonianza. Piuttosto mette in moto un processo di trasformazione verso una diversa concezione agiografica più in sintonia con il Vangelo della grazia. Processo che non nasce dal nulla, ma si collega alle aspre critiche all’agiografia medievale (prassi devota e leggendari) avanzate già dagli umanisti. Erasmo biasima come inutile, idolatrica e superstiziosa ogni devozione che non abbia Cristo a fondamento. Vero "santo" è per lui il Padre della chiesa, il vescovo dotto, l’umanista riformatore della cristianità, la cui «legenda» poggia sulla duplice verità, «historica» ed «evangelica», e le cui reliquie sono gli scritti. In forma più radicale le chiese della Riforma rigettano con fermezza i concetti di «invocatio » e di «intercessio sanctorum», giudicati inconciliabili con i fondamenti biblici della fede cristiana. Secondo la Scrittura i "santi" non sono "taumaturghi" o "superuomini", ma i testimoni di una personale esperienza di giustificazione per grazia in Cristo, a cui ha fatto seguito, per quanto possibile, una vita coerente. In tal senso lo sono in modo eccelso i confessori della fede evangelica e i martiri. E se, poi, dalla loro vita privata e pubblica emergono esempi di fede, timor di Dio, amore per il vangelo e la verità, è auspicabile imitarli e farne pubblica «memoria» tramite testi agiografici attendibili e purificati da ogni «menzogna diabolica». I loro «exempla» rettamente proposti anche nella liturgia sono preziosi insegnamenti per il rinvigorimento della fede nella misericordia divina e della pazienza di fronte alle sofferenze.The abolition of the ‘abomination of the Antichrist’ does not mean for the Protestant Europe neither the disappearance of the ‘quaestio de sanctis’, nor the radical rejection of hagiographic literature, much less a contempt for the saints and their testimony. Rather it sets in motion a process of transformation towards a different hagiographic conception more in tune with the Gospel of grace. A process that does not originate from nothing, but is linked to the harsh criticisms of medieval hagiography (devout and legendary practices) already advanced by humanists. Erasmus blamed any useless, idolatrous and superstitious devotion that does not have Christ as its foundation. True ‘saint’ is for him the Father of the church, the learned bishop, the humanist reformer of Christianity, whose ‘legend’ rests on the twofold truth, ‘historica’ and ‘evangelica’, and whose relics are their writings. In a more radical form, the churches of the Reformation firmly reject the concepts of ‘invocatio’ and ‘intercessio sanctorum’, considered incompatible with the biblical foundations of the Christian faith. According to Scripture the ‘saints’ are not ‘thaumaturgists’ or ‘supermen’, but witnesses of a personal experience of justification by grace in Christ, which was followed, as far as possible, by a coherent life. In this sense, the confessors of the Gospel faith and martyrs are excellently. And if, then, examples of faith, fear of God, love for the gospel and truth emerge from their private and public life, it is desirable to imitate them and make them public ‘memory’ through reliable hagiographic texts purified from all ‘diabolical lies’. Their ‘exempla’ rightly proposed also in the liturgy are precious teachings for the reinvigoration of faith in divine mercy and patience in the face of suffering.
ISSN:2294-8775
Contains:Enthalten in: Annali di scienze religiose
Persistent identifiers:DOI: 10.1484/J.ASR.5.131828