I sacerdoti stranieri. Una svolta delicata per le diocesi d’Occidente

Face au phénomène massif, croissant et imprévisible des prêtres exerçant un ministère pastoral ailleurs que dans leur pays d’origine, les théologiens et plus encore les responsables ecclésiaux sont bien démunis pour mener une réflexion sereine et ecclésiologiquement fondée. Les dimensions concernées...

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主要作者: Join-Lambert, Arnaud (Author)
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语言:Italian
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出版: (Italy) Milan Vita e Pensiero 2015
In:Sonderdruck aus: La Rivista del Clero Italiano (0042-7586) Vol. 96, no.6, p. 434-454 (2015)
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实物特征
总结:Face au phénomène massif, croissant et imprévisible des prêtres exerçant un ministère pastoral ailleurs que dans leur pays d’origine, les théologiens et plus encore les responsables ecclésiaux sont bien démunis pour mener une réflexion sereine et ecclésiologiquement fondée. Les dimensions concernées sont multiples, ce qui en fait une réalité très complexe. L’option la plus courante est alors de se taire ou de se limiter à quelques propos généraux. La présente contribution entend faire le point le plus précis de la situation, avec ses chances et ses limites (1). La parole est donnée ensuite aux premiers concernés, à savoir les prêtres venus d’ailleurs eux-mêmes, principalement grâce à une enquête menée en Belgique francophone (2). Une réflexion prospective est ensuite proposée à partir de trois questions porteuses de grandes ambiguïtés : quelle préparation et quelle durée pour un tel ministère ? quelle proportion dans un presbyterium ? (3)
La sempre più rilevante presenza di sacerdoti provenienti da altri Paesi ha modificato la fisionomia di un gran numero di diocesi occidentali proponendo sfide inedite. Il fenomeno, molto diffuso nel nord Europa, riguarda anche l’Italia dove sono presenti oltre 3000 sacerdoti stranieri. L’importante studio del prof. Arnaud Join-Lambert, insegnante di teologia pastorale e liturgia presso l’Università cattolica di Lovanio, si incarica di valutare le problematiche che questo significativa presenza pone sia al livello della pastorale parrocchiale sia nel presbiterio diocesano. L’analisi viene condotta in modo originale privilegiando il punto di vista dei sacerdoti ‘stranieri’ in area francofona, cogliendo così col loro sguardo le delicate problematiche che li riguardano ma anche l’articolata percezione che essi hanno del cristianesimo occidentale. La riflessione si spinge anche su problemi di prospettiva, interrogandosi sull’entità di una ragionevole presenza di clero straniero, sulla durata ideale del suo servizio e sulle problematiche relative all’incardinazione. Tuttavia, conclude il prof. Join-Lambert, questa presenza, in alcuni contesti diocesani ormai necessaria, avrà senso solo se affrancata da un ruolo sussidiario: «checché ne sia, l’avvenire pastorale a medio termine in un buon numero di diocesi in Occidente non potrà darsi senza i sacerdoti venuti da altri paesi che in esse servono con entusiasmo e impegno. Al di là delle sfide chiaramente identificate, essi devono essere associati alla co-costruzione della Chiesa di oggi e di domani da parte di tutti i battezzati».
ISSN:0042-7586
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