La scelta razionale (rational choice). Un confronto tra Tommaso d’Aquino e tre Nobel per l’Economia
Sono ormai molti gli studi ispirati al pensiero economico dell’Aquinate, ma poco invece si è riflettuto sull’uso della ragione in ambito economico e, più precisamente, nell’ambito della rational choice. Il presente contributo pone in luce sorprendenti analogie tra il modello dell’electio tommasiana,...
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Format: | Electronic Article |
Language: | Italian |
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Fernleihe: | Fernleihe für die Fachinformationsdienste |
Published: |
2021
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In: |
Gregorianum
Year: 2021, Volume: 102, Issue: 2, Pages: 371-395 |
Further subjects: | B
Scelta razionale
B Vernon Lomax Smith B Economia B Amartya Sen B Aquinate B Economia cognitiva B Discernimento B Herbert Simon B Economia evolutiva B Economia com- portamentale B Scelta economica B Prudenza |
Summary: | Sono ormai molti gli studi ispirati al pensiero economico dell’Aquinate, ma poco invece si è riflettuto sull’uso della ragione in ambito economico e, più precisamente, nell’ambito della rational choice. Il presente contributo pone in luce sorprendenti analogie tra il modello dell’electio tommasiana, correlata alla dottrina della ratio prudentialis, con le teorie di alcuni Nobel per l’Economia, fortemente critici della rational choice elaborata in ambito neoclassico: Amartya Sen (1998), Vernon L. Smith (2002) e Herbert Simon (1978). Anzi tutto, la deliberazione aristotelico-tomista permette di dare ragione della pluralità di motivazioni e della loro “gerarchizzazione”, che stanno alla base della decisione economica, come ha proposto il Nobel indiano nella sua teoria del “meta ordinamento delle preferenze”. In secondo luogo, permette di accogliere i risultati dell’Economia evolutiva espressi nella “razionalità ecologica” di V. L. Smith, secondo cui la razionalità umana non è solo di tipo cartesiano, ma anche frutto di processi evolutivi culturali e biologici. Tale accoglienza appare possibile per il fatto che la teoria aristotelico-tomista concepisce la premessa minore del sillogismo come una “percezione” cognitivo-affettiva. Infine, è possibile trovare convergenza tra la “razionalità limitata” di H. Simon e la ratio prudentialis tommasiana: la prima, elaborata nell’ambito dell’Economia cognitiva e comportamentale, evidenzia che la razionalità umana è “strutturalmente limitata”; la seconda, è concepita come intellectus obumbratus, incapace di conoscere in modo completo le azioni particolari da compiere, e oggetto di influsso da parte degli affetti e degli spiriti puri. Pertanto, tanto l’Aquinate quanto i tre Nobel per l’Economia criticano la rational choice del mainstream economico, a partire da un uso diverso della ragione: da compositivo a risolutivo, da astratto a psicologicamente radicato e da dis-inculturato a inculturato. Ciò significa che la scelta economica è aperta ad una pluralità di motivazioni, è sempre personalissima e sociale, ed è operata da un homo oeconomicus simbolico e non solo razionale. |
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Contains: | Enthalten in: Gregorianum
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