Dio e storia in Martin Heidegger: Complessità e ambiguità di un rapporto
L'articolo interroga il complesso Denkweg heideggeriano a partire dalla domanda «se e come Dio 'viene' nella storia». A tale scopo rilegge il pensiero heideggeriano nella prospettiva dei due movimenti che intrecciano la cosiddetta Kehre, quello in cui Dio appare più in un'esperie...
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Format: | Electronic Article |
Language: | Italian |
Check availability: | HBZ Gateway |
Fernleihe: | Fernleihe für die Fachinformationsdienste |
Published: |
Ed. Pontificia Univ. Gregoriana
2011
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In: |
Gregorianum
Year: 2011, Volume: 92, Issue: 2, Pages: 347-379 |
Online Access: |
Volltext (lizenzpflichtig) |
Parallel Edition: | Non-electronic
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Summary: | L'articolo interroga il complesso Denkweg heideggeriano a partire dalla domanda «se e come Dio 'viene' nella storia». A tale scopo rilegge il pensiero heideggeriano nella prospettiva dei due movimenti che intrecciano la cosiddetta Kehre, quello in cui Dio appare più in un'esperienza vissuta nel modo storico-effettivo dell'esistere e quello in cui esso ad-viene unicamente nello spazio abissale del mostrarsi-nascondersi dell'Essere stesso. In questo senso il «pensiero essenziale» perseguito dal filosofo della Foresta Nera riconosce come proprio compito il tenere libero il campo per un appello divino che conceda la salvezza. Ma vi è sempre un naufragio che lo minaccia, in quanto è segnato da un'ambiguità tra la ricerca di un sacro assolutamente distinto dalle rappresentazioni e il gioco storicamente irrisolvibile di apertura e nascondimento dell'Essere. The article investigates the Heideggerian notion of Denkweg with the question: «whether and how God 'is' in history». To this end, it reads Heidegger's thought from the perspective of the two movements that intersect the so-called Kehre: one in which God reveals himself as an experience in the historical and actual world of the existent; and one where he comes into being uniquely in that abyss-like space of the revealing and concealing of Being itself. In this sense, when Heidegger is so vocally critical of 'essentialist' philosophy he is so with the intention of keeping open a space for hearing that call of God which grants salvation. Nevertheless, there is always a disaster that threatens this explanation: it is marked by an ambiguity between the quest for a sacred that is absolutely distinct from its representations and that historical process of opening and concealment of Being which carries with it irresolvable tensions. |
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Contains: | Enthalten in: Gregorianum
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