La pena di morte alla luce di una riflessione teologica sul diritto: La pena di morte nel recente insegnamento della Chiesa

L'articolo prende le mosse da un'analisi del recente insegnamento della Chiesa circa la pena di morte, mettendo in rilievo l'importanza che assume il magistero di Giovanni Paolo II espresso in modo diffuso nella sua Enciclica Evangelium vitae, che ha determinato cambiamenti nell'...

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Bibliographic Details
Main Author: Ghirlanda, Gianfranco 1942- (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: 2007
In: Gregorianum
Year: 2007, Volume: 88, Issue: 1, Pages: 154-191
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
Parallel Edition:Non-electronic
Description
Summary:L'articolo prende le mosse da un'analisi del recente insegnamento della Chiesa circa la pena di morte, mettendo in rilievo l'importanza che assume il magistero di Giovanni Paolo II espresso in modo diffuso nella sua Enciclica Evangelium vitae, che ha determinato cambiamenti nell'Edizione tipica del Catechismo della Chiesa Cattolica (1997). L'autore sviluppa in quattro paragrafi elementi contenuti nell'insegnamento dell'Enciclica. Innanzitutto fonda la dignità dell'uomo e il suo diritto primario all'esistenza, come basi per una convivenza umana, nell'antropologia biblica, come espressa nella Genesi e negli scritti del Nuovo Testamento. Il discorso si incentra sull'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio; immagine ferita ma non distrutta dal peccato, reintegrata da Cristo, che rende l'uomo capace di attuarsi secondo la sua ratio essendi, nella comunione con Dio e con gli altri, nel rispetto della loro dignità e del loro diritto all'esistenza inalienabile. Infine, l'autore delinea il concetto di giustizia evangelica, che supera quello di giustizia retributiva e vendicativa, in quanto da coniugare strettamente con il precetto dell'amore. La conclusione è che la pena di morte va contro il diritto naturale, in quanto va contro la sovranità di Dio sulla vita umana, e non può essere compresa sotto la categoria della legittima difesa, basandosi sul concetto di giustizia vendicativa. The article takes into account the recent magisterium of the Church on capital punishment and dwells on the teachings of John Paul II which the Pope expanded in his encyclical Evangelium Vitae: it was the latter document that called for changes in the typical edition of the Cathechism of the Catholic Church (1997). The author develops his reading of the Encyclical in four sections. He first dwells on human dignity and the primary right to being — understood in the light of the biblical concept of humanity in Genesis and in the New Testament — as the basis for human co-existence. The key concept is the human person as created in the image and likeness of God. That image, though wounded by sin, has been redeemed by Christ and restored to communion with God and with others. It is Christ himself who enables the individual to live according to humanity's ratio essendi, to respect the dignity of others and to foster their inalienable right to be. The author then shows how the Christian understanding of justice is broader than that of 'retributive' or 'vindictive' justice; believers can comprehend justice in close union with the commandment of love. The article draws the conclusion that, since the death penalty challenges God's sovereignty on the being of human individuals, it must be contrary to natural law. If capital punishment cannot be a case for vindictive justice, it cannot even be interpreted as legitimate self-defence.
Contains:Enthalten in: Gregorianum