| Summary: | L'ermeneutica della Parola di Dio non è nella Chiesa effettuata dagli specialisti o dai semplici fedeli all'interno di coordinate esclusivamente linguistico-concettuali. A causa delle sue inesauribili potenzialità immaginative, la Scrittura ha sollecitato nei secoli una vera e propria esegesi visiva che è stata esercitata a vari livelli da alcuni artisti coinvolti dal problema della comunicazione della Verità attraverso le immagini. Questo intervento ha l'obiettivo di esemplificare un approccio di questo genere, attraverso l'analisi di un'opera di Nicolas Poussin, uno dei padri dell'esegesi visiva occidentale, e intende mostrare come la visualizzazione di un episodio evangelico si colloca da un lato sulla scia della tradizione ermeneutica di carattere letterario che lo riguarda, dall'altro essa ne riformula i contenuti attraverso modalità immaginative che illuminano in maniera inedita l'azione di Cristo. God's Word cannot be interpreted within a Church that is constituted either of scholars or of simple faithful, especially when both need to operate within exclusive linguistic and conceptual coordinates. Thanks to its inexhaustible wealth of imagery, Scripture has throughout the centuries been inspiring many artists who launched themselves into a true and proper 'visual' exegesis, as they tried to communicate Truth through the images they created. This articles studies one of Nicolas Poussin's paintings as an example of this interpretative genre. Poussin is one of the fathers of visual exegesis in the West. The paper tries to illustrate how, by painting some Gospel narrative, the artist situates his very person within an interpretative tradition that calls for attention. On the other hand, though, it is the artist himself or herself who rephrases the content of the narrative through techniques of the imagination that do shed new light on Christ's own action.
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