Durata e necessità temporale in Matteo d'Acquasparta, Francesco di Meyronnes, Gregorio da Rimini e Giovanni di Mirecourt

Da un lato, dopo la distinzione dei tre tipi di eternità e la necessitazione temporale del solo passato da parte di Matteo d'Acquasparta, Meyronnes radicalizzava la visione dinamica scotiana della durata, concependo la modalità come relazione d'implicazione tra il predicato ed il soggetto...

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Bibliographic Details
Main Author: Fiorentino, Francesco (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Ed. Pontificia Univ. Gregoriana 2006
In: Gregorianum
Year: 2006, Volume: 87, Issue: 3, Pages: 597-622
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
Parallel Edition:Non-electronic
Description
Summary:Da un lato, dopo la distinzione dei tre tipi di eternità e la necessitazione temporale del solo passato da parte di Matteo d'Acquasparta, Meyronnes radicalizzava la visione dinamica scotiana della durata, concependo la modalità come relazione d'implicazione tra il predicato ed il soggetto esistente ed il tempo come relazione tra il Creatore e la creatura. Dall'altro, dopo che Ockham negava la simultaneità reale delle potenze opposte, l'estensione ockhamiana della necessità temporale al presente era negata da Gregorio da Rimini, favorevole, con Wodeham, alla mutabilità del passato in senso diviso. Mirecourt, forte delle subtilitates Anglicae, sembra seguire la via Gregorii e tenta di trovare una soluzione all'interazione tra le due contingenze, dal basso e dall'alto, formalizzate da Rimini: se io, facendo o non facendo X, posso far sì che Dio in quanto supremo intelligente dall'eternità abbia conosciuto o non abbia conosciuto X come futuro, e, se Dio in quanto agente, volente assolutamente onnipotente ed inimpedibile dall'eternità può far sì che X sia stato o non sia stato, io posso far sì che X, che è dall'eternità, non sia stato dall'eternità? On the one hand, after Matteo d'Acquasparta's distinction between the three types of eternity and the temporal necessity of the past, Meyronnes radicalized Scotus's dynamic vision of duration, conceiving the modality as a relation of implication between predicate and existing subject, and time as relationship between Creator and creature. On the other hand, after Ockham denied the real simultaneity of opposed potencies, the Ochamist extension of temporal necessity to the present was denied by Gregory of Rimini, who was favourable, together with Wodeham, to the mutability of the past in a divided sense. Mirecourt, strong oon the English subtleties, appears to follow Gregory and tries to find a solution to the interaction between the two contingencies, from top to bottom, which had been formalized by Gregory: if I, performing or not performing X, can act as if God, as the supreme intellect from eternity, could have known or not known X to come, and, if God as agent, absolutely willing omnipotent and unimpeadable from eternity can act as if X happened or did not happen, then can I act as if X, which is from eternity, did not happen from eternity?
Contains:Enthalten in: Gregorianum