Pieter Smulders and "Dei Verbum": 1. A Consultation on the Eve of Vatican II

Nella preparazione della Costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II, fu affidata al Prof. Pieter Smulders, sj, la redazione del Cap. I, De ipsa revelatione, inizialmente nello schema riveduto di primavera 1964 e in seguito nel lavoro sugli emendamenti fino alla promulgazione di 1965. Il presen...

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Bibliographic Details
Main Author: Wicks, Jared 1929- (Author)
Format: Electronic Article
Language:English
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Ed. Pontificia Univ. Gregoriana 2001
In: Gregorianum
Year: 2001, Volume: 82, Issue: 2, Pages: 241-297
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
Parallel Edition:Non-electronic
Description
Summary:Nella preparazione della Costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II, fu affidata al Prof. Pieter Smulders, sj, la redazione del Cap. I, De ipsa revelatione, inizialmente nello schema riveduto di primavera 1964 e in seguito nel lavoro sugli emendamenti fino alla promulgazione di 1965. Il presente articolo è il primo di una serie di studi basati sull'archivio conciliare di P. Smulders conservato a Nijmega, Paesi Bassi. Si tratta della consulta di agosto-settembre 1962, a richiesta del Nunzio, Mons. G. Beltrami, in cui P. Smulders ha valutato i 7 primi schemi inviati ai Padri in vista di discussione nell'Aula del Concilio. P. Smulders ha giudicato che solo lo schema sulla Liturgia era in sintonia con le finalità conciliari enunciate dal Papa Giovanni XXIII. In particolare, P. Smulders ha mostrato i difetti dello schema De deposito fidei pure custodiendo, capp. I-IV, argomentando in modo simile a numerose espressioni di settembre 1962 dei futuri Padri nelle loro lettere ora conservate nell'Archivio del Concilio. Trattando per il Nunzio i primi capitoli dello schema De deposito, P. Smulders ha notato che il testo non lasciò sentire la gioia della fede che accoglie la veritas liberatrix di Cristo. Le dimostrazioni dell'esistenza di Dio erano così simplicistiche da poter screditare il Concilio. La presentazione della creazione si concentrò unilateralmente sul momento dell'origine, negligendo la dipendenza continua dell'universo dal Dio Creatore e l'influsso della sua provvidenza sul mondo attuale. Il giudizio su teorie dell'evoluzione del mondo e dell'uomo si fondò su una comprensione tendenziosa del pensiero di P. Teilhard de Chardin. Rispetto al cap. IV dello schema De deposito, sulla divina rivelazione, P. Smulders informò il Nunzio che il testo era un tentativo teso alla ratificazione conciliare della dottrina dei manuali di apologetica, a discapito di temi validi ormai correnti tra autori cattolici come frutti del rinnovamento biblico. Contro un concetto unilaterale di rivelazione come locutio Dei attestata da eventi, molti teologi includevano le magnalia Dei della storia della salvezza, culminante nella risurrezione di Cristo, come componenti co-costitutivi della Parola divina rivelatrice agli uomini. Il verbum loquelae rimane essenziale nella rivelazione, come annuncio degli eventi, formulazione del loro significato salvifico e proposta ad essere accolta nella fede. P. Smulders ha difeso i teologi del rinnovamento contro l'insinuazione di neomodernismo, spec. Karl Rahner, e ha suggerito come testo emblematico dell'unità nella rivelazione di eventi e parole il Prologo della Prima Lettera di Giovanni, il testo che eventualmente è entrato nella DV 1. In esemplificazione del pensiero di P. Smulders nel agosto-settembre 1962, l'Appendice dell'articolo offre testi finora inediti sia del suo giudizio generale degli schemi che dell'analisi particolare della dottrina della rivelazione divina.
Contains:Enthalten in: Gregorianum