L’utopia della legge naturale

Il saggio prende le mosse dall’importanza oggi attribuita ai diritti umani e si chiede se essi possono essere agganciati a una legge ‘naturale’. Vengono prese in esame le posizioni di Ratzinger, che suggerisce di fondare i diritti umani nell’essere stesso dell’umano, e di Habermas, che si richiama a...

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Bibliographic Details
Main Author: Totaro, Francesco (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Edizioni Studio Domenicano 2019
In: Divus Thomas
Year: 2019, Volume: 122, Issue: 1, Pages: 243-265
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
Description
Summary:Il saggio prende le mosse dall’importanza oggi attribuita ai diritti umani e si chiede se essi possono essere agganciati a una legge ‘naturale’. Vengono prese in esame le posizioni di Ratzinger, che suggerisce di fondare i diritti umani nell’essere stesso dell’umano, e di Habermas, che si richiama alla regola della reciprocità per porre limiti alle tecniche manipolative in campo genetico. L’Autore è dell’avviso che occorre sostenere ragioni ontologiche che siano alla base di un dinamismo teleologico dell’umano. Sulla scorta della riflessione di Spaemann sul concetto di phýsis, egli indica due fuochi nella incessante impresa interpretativa della natura umana: il riferimento a qualcosa che permanendo accomuna e la capacità di dare forma individuale a ciò che è comune. Nella situazione storica la legge naturale rimane al di qua di una coincidenza perfetta con la lex aeterna e della manifestazione piena del logos divino. Nel suo darsi in itinere, la legge naturale – fermi restando i punti fermi del principio della dignità di ogni persona e del rispetto della regola aurea – non può pretendere di attribuirsi definizioni ultime e formulazioni incondizionate. Delineando un orizzonte di razionalità da far accadere, la legge naturale assume piuttosto un profilo di costruzione utopica. Lungi dal ricoprire un ruolo di controllo, o persino di repressione del novum, è chiamata a fungere da paradigma della inclusione e della massima convergenza possibile verso il “luogo buono” del vivere e del convivere. Human rights play a significant role in our time, and the question of their foundation is still debated. In this paper, I shall argue for a natural law-based account, in which natural law has utopic traits by presenting an order of rationality to make happen. To do so, I shall firstly consider Joseph Ratzinger’s thesis that human rights need to be grounded in the ontology of human being itself, and Jürgen Habermas’, which appeals to the rule of reciprocity with regard to the manipulative gene techniques. Secondly, starting from Spaemann’s analysis on concept of phýsis, I shall argue for a different ontological framework, which takes into account the two focuses of the unceasing enterprise of interpreting human nature: the acknowledgement of what in human beings is permanent and thus creates commonality, and the capacity for shaping differently and uniquely what is common. Still, I shall maintain that natural law historically does not coincide perfectly with the eternal law and with the full display of divine logos. Given this incomplete status, the natural law cannot claim definitive and unconditioned formulations, except for the principle of dignity of the person and the Golden Rule. Finally, I shall hold that the task of the natural law, far from playing a censorial role towards the novum, appears to be rather that of promoting the maximum level of inclusiveness and heading towards the ‘good place’ of living and living-together.
Contains:Enthalten in: Divus Thomas