Il Realismo della “Teologia” nel commento di Edith Stein all’Areopagita

La «filosofia cristiana» di Edith Stein, nella feconda armonia di speculazione e di teologia, consente di giustificare la verità e il realismo delle diverse “Vie della conoscenza Dio” e dei diversi modi di parlare di Lui. La caratteristica del suo pensiero (un approccio fenomenologico sviluppato nel...

Full description

Saved in:  
Bibliographic Details
Main Author: Fornari, Pier Luigi (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Edizioni Studio Domenicano 2017
In: Divus Thomas
Year: 2017, Volume: 120, Issue: 3, Pages: 13-71
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
Description
Summary:La «filosofia cristiana» di Edith Stein, nella feconda armonia di speculazione e di teologia, consente di giustificare la verità e il realismo delle diverse “Vie della conoscenza Dio” e dei diversi modi di parlare di Lui. La caratteristica del suo pensiero (un approccio fenomenologico sviluppato nel dialogo con i grandi scrittori ecclesiastici) favorisce questo risultato. Nel commento delle opere di Dionigi l’Areopagita, ella applica tre fondamentali strumenti filosofici: 1) la descrizione realistica del vissuto dell’incontro dell’uomo con Dio; 2) la capacità di cogliere l’essenza delle cose e la loro finalità, anche se in modo non esaustivo in questa vita; 3) la dinamica intenzione-compimento (Intention-Erfüllung) tratta dalle Ricerche logiche di Husserl, corrispondente alla tensione figura-veritas della esegesi biblica dei Padri della Chiesa. In questo modo S. rivaluta il linguaggio figurale e la teologia naturale. Tutto questo è centrato nell’immagine dell’unione sponsale tra Dio e l’anima, Dio e il suo popolo, «acquistata attraverso la Croce, consumata sulla Croce e sigillata per tutta l’eternità con la Croce». Questa unione sponsale è la chiave ermeneutica principale della Chiesa dei primi secoli e di san Giovanni della Croce. The «Christian philosophy» of Edith Stein, in the fruitful harmony of speculation and theology, allows to justify the truth and the realism of the different “ways to know God” and the different ways to speak of Him. The characteristic of her thought (a phenomenological approach developed in the dialogue with the great ecclesiastical writers) favors this achievement. In the commentary of the works of Dionysius the Areopagite, she applies three fundamental philosophical instruments: 1) the realistic description of living experiences of the encounter of man with God; 2) the ability to grasp the essence of things and their finality, even if in a non-exhaustive way in this life; 3) the dynamic intention-fulfillment (Intention-Erfüllung) of the Logical Investigations of Edmund Husserl in harmony with the tension figura-veritas of the great exegesis of the Fathers of the Church. In this way S. can also reevaluate the symbolic language and even the natural theology. All of this is centered in the image of bridal union between God and the soul, God and His people, «purchased through the Cross, consummated on the Cross, and sealed for all eternity with the Cross». This bridal union is the main hermeneutical key of the Church of the first centuries and of St. John of the Cross.
Contains:Enthalten in: Divus Thomas