«Per Speculum et in Aenigmate»: 1 Corinthians 13:12 in Augustine and Anselm
1 Corinzi 13:12(a): Videmus nunc per speculum et in aenigmate, tunc autem facie ad faciem è il principale testo biblico sul quale è stata fondata la speculazione cristiana riguardo alla possibilità da parte dell’uomo di conoscere Dio. Questo testo ricorre spesso in Agosti...
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Tipo de documento: | Electrónico Artículo |
Lenguaje: | Italiano |
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Publicado: |
2003
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En: |
Annali di studi religiosi
Año: 2003, Volumen: 4, Páginas: 559-565 |
Acceso en línea: |
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Sumario: | 1 Corinzi 13:12(a): Videmus nunc per speculum et in aenigmate, tunc autem facie ad faciem è il principale testo biblico sul quale è stata fondata la speculazione cristiana riguardo alla possibilità da parte dell’uomo di conoscere Dio. Questo testo ricorre spesso in Agostino di Ippona e meno spesso, ma non per questo in modo meno rilevante, in Anselmo di Canterbury. Nell’interpretazione di questa frase esistono somiglianze e differenze fra i due autori. Mentre l’interpretazione definitiva di Agostino indica l’impossibilità di qualsiasi sapere umano rispetto al divino, Anselmo considera il testo di Paolo come una conferma del fatto che, anche se l’uomo è capace di speculare sulla necessità di certe verità intorno alla natura divina, in definitiva rimane un mistero come queste verità possano essere spiegate. Con questa interpretazione, Anselmo rappresenta quindi una figura di passaggio da Agostino a Tommaso d’Aquino. |
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ISSN: | 2284-3892 |
Obras secundarias: | Enthalten in: Annali di studi religiosi
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