Il Concilio Niceno II e Hans U. von Balthasar: da una filosofia delle icone ad una estetica teologica

Questo articolo si propone di tracciare un percorso storico-filosofico intorno alla discussione del ruolo dell'icona nel cristianesimo a partire dall'età tardo antica sino al XX secolo: riferimenti centrali e centranti del discorso sono il concilio ecumenico tenuto a Nicea nel 787 e l'...

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Published in:Aisthema
Main Author: Calvi, Andrea ca. 21. Jh. (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
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Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: [publisher not identified] [2019]
In: Aisthema
Year: 2019, Volume: 6, Issue: 1, Pages: 167-201
IxTheo Classification:CE Christian art
KAD Church history 500-900; early Middle Ages
KAJ Church history 1914-; recent history
KCC Councils
Further subjects:B Hans U. von Balthasar
B Secondo concilio di Nicea
B estetica teologica
B ortodossia
B Estetica
B icona
Online Access: Volltext (kostenfrei)
Description
Summary:Questo articolo si propone di tracciare un percorso storico-filosofico intorno alla discussione del ruolo dell'icona nel cristianesimo a partire dall'età tardo antica sino al XX secolo: riferimenti centrali e centranti del discorso sono il concilio ecumenico tenuto a Nicea nel 787 e l'elaborazione sistematica e compiuta di una estetica teologica nel pensiero de teologo svizzero Hans Urs von Balthasar. L'icona (e la relativa arte sacra ad essa afferente) nel primo cristianesimo nasce e si sviluppa nel suo valore simbolico di rimando ad una dimensione dell'Oltre e dell'Altro: è testimonianza visibile di una realtà invisibile nella materialità del mondo e nella modalità della bellezza, l'antico pulchrum, divina. Questa dimensione estetica va sempre più affermandosi tanto da diventare perno ruotante di una nuova disciplina: l'estetica teologica. Il mondo sensibile viene riabilitato agli occhi della teologia per proporne un ampiamento metodologico e gnoseologico che non si limiti e fermi alle barriere poste dalla razionalità. L'icona è una rievocazione e comunicazione di Dio in una relazione affettiva e di offerta: è quel λόγος divenuto σάρξ nell'evento fondante e fondamentale dell'Incarnazione.
This article aims at describing a historical and philosophical journey through the discussion of the role of the Icons in Christianity from Late Antiquity to the Twentieth century: the main points of reference are the Second Council of Nicaea (787) and the theological aesthetics proposed by Hans Urs von Balthasar. The Icons (and their related sacred art) were born in the Early Christianity with a symbolic value that refers to a transcendental dimension: they are visible proof of an invisible reality in the material world and they express divine beauty - the antique pulchrum. This aesthetic dimension grows increasingly important up to become a new discipline: theological aesthetics. The sensible world is redeemed in front of theology and it is methodologically and epistemologically broadened until overcoming the limits of rationality. The Icon represents God's reenactment and communication in an offering and affectionate relationship: it is λόγος becoming σάρξ in the fundamental and founding event of the Incarnation.
ISSN:2284-3515
Contains:Enthalten in: Aisthema