Æquitas canonica e periculum animæ nello svolgimento del patto nudo in Diritto canonico

II contributo del Diritto canonico rappresentò un momento fondamentale rispetto allo svolgimento dei patti nudi e, più in generale delle obbligazioni da promessa. I canonisti asserirono, infatti, che la forza giuridicamente vincolante dei vari tipi di patto non dipendeva né dalla loro forma, né dall...

Full description

Saved in:  
Bibliographic Details
Main Author: Parini Vincenti, Sara (Author)
Format: Print Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Journals Online & Print:
Drawer...
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Mursia [2018]
In: Apollinaris
Year: 2016, Volume: 89, Issue: 2, Pages: 629-648
IxTheo Classification:SB Catholic Church law
Further subjects:B Customary law
B Justice
B Canon law
B Private law
B aequitas canonica
B Contract
Description
Summary:II contributo del Diritto canonico rappresentò un momento fondamentale rispetto allo svolgimento dei patti nudi e, più in generale delle obbligazioni da promessa. I canonisti asserirono, infatti, che la forza giuridicamente vincolante dei vari tipi di patto non dipendeva né dalla loro forma, né dalla loro solennità, né dal separato adempimento di una delle parti quanto, piuttosto, dall'intenzione manifestata delle stesse al momento della conclusione dell'accordo. II Diritto divino chiedeva sì di mantenere fede alla parola data ratione peccati, ma era la ratio scandali a richiedere l'intervento da parte della giurisdizione ecclesiastica. La giustizia, quale principale parametro ad servandam aequalitatem rerum inter homines era invece quella commutativa ovvero, la tipica giustizia dell'individuale. In linea di tendenza i canonisti si orientarono dunque verso due filoni: una vera e propria Azione, ed un filone, più moderato, che manteneva nell'alveo della sanzione spirituale la definizione del problema. II punto di riferimento non era l'esaltazione della volontà, ma la repressione del peccato. Un diverse modo di intendere l'origine del vincolo, poiché: "non est gerendum aliud in corde et aliud exprimere in ore". Canon Law gave a fundamental contribution to the performance of nuda pacta, and more in general to obligations arising from promises. Indeed, the canonists asserted that the legally binding force of various types of agreements did not depend on their form or their solemnity, nor on part performance by one of the parties, but rather on the intention shown by the same at the moment of entering into the agreement. While it was true that Canon Law required a party to keep his word because of ratione peccati, it was the ratio scandali that required intervention on the part of the Ecclesiastical Court. On the contrary, the main criterion ad servandam aequalitatem rerum inter homines was that of commutative justice: the virtue regulating relations between individuals. Only through such a practical/moral remedy could proportionality and congruity be ensured in the duties arising from the agreement. Generally speaking, the canonists took up two different stances on the issue: one Advocated Action based on Canon Law itself, the other, more moderate opinion, which continued to define the problem in spiritual terms. It was not meant to exalt the will and agreement of the parties, but rather the ethical concern of repressing sin. It was a different way of understanding the origin of such an obligation, as "non est gerendum aliud in corde et aliud exprimere in ore".
ISSN:0392-2359
Contains:Enthalten in: Apollinaris