Concilio e diritto di resistenza agli esordi della Riforma protestante
Nel corso del conflitto tra l'imperatore Carlo V e gli stati protestanti che portò alla fondazione della Lega di Smalcalda nell'inverno 1530-1531, i giuristi al servizio di Giovanni il Costante, duca di Sassonia e principe elettore, e il syndicus di Brema Johann von der Wyck elaborarono du...
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Format: | Electronic Article |
Language: | Italian |
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Published: |
Université Catholique
[2017]
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In: |
Revue d'histoire ecclésiastique
Year: 2017, Volume: 112, Issue: 1/2, Pages: 91-125 |
Online Access: |
Volltext (Verlag) Volltext (doi) |
Summary: | Nel corso del conflitto tra l'imperatore Carlo V e gli stati protestanti che portò alla fondazione della Lega di Smalcalda nell'inverno 1530-1531, i giuristi al servizio di Giovanni il Costante, duca di Sassonia e principe elettore, e il syndicus di Brema Johann von der Wyck elaborarono due pareri giuridici nei quali il concilio, alla stregua di un giudice di ultima istanza in materia di fede, assumeva un ruolo decisivo. Esso era visto come un mezzo legale e politico per legittimare una possibile resistenza all'imperatore e ai suoi alleati, diventando l'ultima istanza di giudizio, fondata sul diritto naturale di autodifesa, così come esso era stato formulato nello ius commune e nella tradizione giurisprudenziale medievale. Il presente saggio analizza alcuni degli argomenti usati nella discussione politica e giuridica di quegli anni, e più da vicino quello legato al « concilio generale, libero e cristiano », al quale i protestanti si erano appellati ripetutamente seguendo le riflessioni sorte nel seno del movimento conciliarista e fatte poi proprie da Lutero. In particolare, esso si occuperà dei pareri su concilio e diritto di resistenza redatti nel 1530-1531 dai giuristi sassoni e dal syndicus von der Wyck. |
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ISSN: | 2294-1088 |
Contains: | Enthalten in: Revue d'histoire ecclésiastique
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Persistent identifiers: | DOI: 10.1484/J.RHE.5.113227 |