La pena di morte alla luce del pensiero biblico sulla giustizia

L'articolo offre una riflessione sulla pena di morte e sull'aspetto coercitivo e sanzionatorio della Legge alla luce della visione biblica della giustizia. Lo studio propone un percorso che — partendo dalla Torah, passando per i Profeti e fino al Nuovo Testamento — conduce il lettore a met...

Full description

Saved in:  
Bibliographic Details
Main Author: Grilli, Massimo (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Ed. Pontificia Univ. Gregoriana 2007
In: Gregorianum
Year: 2007, Volume: 88, Issue: 1, Pages: 67-91
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)
Parallel Edition:Non-electronic
Description
Summary:L'articolo offre una riflessione sulla pena di morte e sull'aspetto coercitivo e sanzionatorio della Legge alla luce della visione biblica della giustizia. Lo studio propone un percorso che — partendo dalla Torah, passando per i Profeti e fino al Nuovo Testamento — conduce il lettore a mettere in dubbio la logica retributiva che — mediante una pena 'giusta' — vuole ristabilire l'ordine violato, dare a ciascuno quello che merita ed emendare il colpevole. L'immagine del Dio 'simmetrico' e l'idea della giustizia corrispettiva trovano nella croce il loro superamento. Nella morte di Cristo, al primo posto non è più l'ordine da ristabilire e/o il malvagio da sopprimere, ma l'uomo da redimere e da ricostituire a immagine di Dio (una restitutio principii!). This contribution offers a reflection on the death penalty in the light of OT Law that enforced and sanctioned it only within the scope of the biblical understanding of justice. Starting therefore with the Torah and moving through the Prophets into the New Testament, the reader is called to question the logic behind retributive justice, as it attempts to re-establish the desecrated order. Retributive justice does so by means of a 'just' punishment, by giving everyone one's due, and through the emendation of the culprit. The cross, though, goes well beyond the understanding of God as symmetry and the concept of a 'matching' justice. In Christ's death, the first place cannot be accorded to an order that needs to be set right again; still less can it be given to the suppression of bad subjects. That first place must belong to the human person who cries out for redemption and asks to be re-created in God's image. This would amount to nothing less than a restitutio principii!
Contains:Enthalten in: Gregorianum