Tra naturalismi e antinaturalismi. Oscillazioni dell’idea di Legge naturale tra Cinque e Seicento, da Montaigne all’età cartesiana

Tra Cinque e Seicento, la ripresa d’interesse dell’agostinismo nel pensiero moderno, filosofico e teologico, produce un contraccolpo rispetto all’iniziale naturalismo rinascimentale, fino alla rimessa in discussione della nozione di Legge naturale. La Riforma protestante da un lato, con l’accentuazi...

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Bibliographic Details
Main Author: Peratoner, Alberto 1967- (Author)
Format: Electronic Article
Language:Italian
Check availability: HBZ Gateway
Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Edizioni Studio Domenicano 2019
In: Divus Thomas
Year: 2019, Volume: 122, Issue: 1, Pages: 164-187
Online Access: Volltext (lizenzpflichtig)

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520 |a Tra Cinque e Seicento, la ripresa d’interesse dell’agostinismo nel pensiero moderno, filosofico e teologico, produce un contraccolpo rispetto all’iniziale naturalismo rinascimentale, fino alla rimessa in discussione della nozione di Legge naturale. La Riforma protestante da un lato, con l’accentuazione della grazia a detrimento della natura, e l’elaborazione di una nuova forma di scetticismo dall’altro, che trova la sua più matura espressione in Montaigne, sembrano rappresentare una critica corrosiva nei confronti della piega razionalistica che va assumendo la cultura moderna e che troverà il proprio capostipite filosofico in Cartesio. Col paradosso dell’affermazione, con le “regole di morale provvisoria”, di un’accezione convenzionalistica della prassi, senza dubbio coerente con il volontarismo nel quale Cartesio più manifesta la sua attitudine antiscolastica, ma che finisce per saldarsi, confermandolo, con l’esito, proprio alla deriva opposta, della radicale negazione della deducibilità di una benché minima forma di universalità nella sfera morale. Rispetto a queste linee opposte di sviluppo, la riflessione etica di Pascal, in forza della rottura dello schema solipsistico che segna i due orientamenti di marca opposta di razionalismo e scetticismo, sembra costituire una via media, nell’ammissione della possibilità di una legge naturale come espressione dell’universale etico attestato dalla struttura relazionale intersoggettiva della persona. Between the 16th and 17th century, the renewed interested in Augustinism in Modern philosophy and theology put in question the naturalistic tendencies of the Renaissance, involving also the idea of natural law. The Reformation, on the one hand, which had stressed the role of Divine Grace at the expenses of human nature, and a new kind of Skepticism, on the other, which found in Montaigne’s thought its most developed expression, seem to be harsh criticisms of the increasing rationalism in Modern culture, well represented by Descartes. By the same token, rationalism goes hand in hand with practical conventionalism that one could find in Cartesian maxims of provisional morality. Still, practical conventionalism seems to be undoubtedly consistent with Descartes’ voluntaristic anti-scholasticism, but turns out to coincide paradoxically with the opposite stance, that is with that of impossibility of any moral universality. This paper is aimed to show that the the ethical account of Blaise Pascal seems to play the role of a via media in the context of the Modern ethical and legal debate, which is strongly marked by opposite jusnaturalistic and juspositivistic tendencies. 
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