Risveglio nazionale arabo e cattolici di Terra Santa, prima parte: il caso della Società Salesiana (1904-1920)

Giunti in Terra Santa nel 1891, i salesiani dovettero presto confrontarsi coi fermentiideologici della nahda. Gran parte dei sacerdoti arabi della Congregazione salesiana, infatti,si ribellarono ai loro superiori italiani, ritenendoli troppo condiscendenti ai disegni politici delgoverno di Roma in...

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Main Author: Pieraccini, Paolo (Author)
Format: Print Article
Language:Italian
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Published: LAS 2020
In: Ricerche storiche salesiane
Year: 2020, Volume: 39, Issue: 2, Pages: 259-299

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520 |a Giunti in Terra Santa nel 1891, i salesiani dovettero presto confrontarsi coi fermentiideologici della nahda. Gran parte dei sacerdoti arabi della Congregazione salesiana, infatti,si ribellarono ai loro superiori italiani, ritenendoli troppo condiscendenti ai disegni politici delgoverno di Roma in Palestina ed eccessivamente inclini ad impiegare l’italiano come linguad’insegnamento e di comunicazione all’interno della comunità. Essi accusavano i superioridi voler soffocare, assieme alla loro lingua, lo “spirito nazionale” del popolo arabo. Una lettera della Santa Sede al patriarca latino Filippo Camassei (15 aprile 1912) parve accoglierealcune delle loro più importanti istanze. Nel documento venivano biasimate le congregazio-ni religiose occidentali, perché insegnavano il Catechismo e spiegavano il Vangelo in “lin-gua straniera”. La disputa, complice l’irresolutezza di Camassei, divenne particolarmenteacuta durante la prima guerra mondiale: i sacerdoti arabi manifestarono ancor più apertamentela loro volontà di accedere alle cariche religiose più importanti e il desiderio di prendere il controllo della società salesiana. Essi erano mossi sia dall’ambizione personale sia dal desiderio di volgere ancor più le istituzioni religiose, assistenziali e scolastiche dei figlidi don Bosco al servizio della popolazione locale. In particolare, essi intendevano curare l’educazione con i giovanetti arabi in modo tale da preservarne l’identità nazionale. Per perseguire i loro obiettivi non esitarono ad accusare presso le autorità ottomane i salesianisudditi di potenze in guerra con la Turchia. Denunciando questi loro confratelli esteri di com-portamento anti-patriottico contribuirono alla deportazione di diversi di essi in Anatolia 
520 |a Having arrived in the Holy Land in 1891, the Salesians soon had to confront the ideological ferments of the nahda. In fact, most of the Arab priests of the Salesian Con-gregation rebelled against their Italian superiors, considering them too acquiescent to thepolitical designs of the government of Rome in Palestine and excessively inclined to useItalian as a language of teaching and communication within the community. They accusedthe superiors of wanting to suffocate, together with their language, the “national spirit” ofthe Arab people. A letter from the Holy See to the Latin patriarch Filippo Camassei (April15, 1912) seemed to welcome some of their most important requests. The document blamedWestern religious congregations for teaching the Catechism and explaining the Gospel ina “foreign language”. The dispute, thanks to Camassei’s irresolution, became particularly acute during the First World War: Arab priests manifested even more openly their willing-ness to assume the most important religious offices and the desire to take control of the Salesian society. They were motivated both by personal ambition and by the desire to turnthe religious, welfare and educational institutions of Don Bosco’s children even more to theservice of the local population. In particular, they intended to educate young Arabs in sucha way as to preserve their national identity. To pursue their objectives, they did not hesitateto denounce the Salesian subjects of powers at war with Turkey to the Ottoman authorities.By accusing their foreign brethren of anti-patriotic behaviour they contributed to the deportation of several of them to Anatolia 
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